Ciao a tutti, vi racconto la mia storia.
Sono Laura, nata sana ma diventata sorda successivamente ad una febbre molto alta a causa dell'Acetone, l' orecchio destro è diventato completamente sordo mentre al sinistro è rimasto qualche residuo.
Come ho vissuto ciò?
Alla scuola elementare avevo una maestra fantastica che incoraggiava tutti coloro che avevano problemi alla vista e all'udito a portare gli ausili con fierezza, però ahimè, ho portato poco la protesi acustica, perché era più un fastidio che un guadagno protesico. Poi al compimento dei 18 anni mi sono finalmente decisa e ho cominciato a portare la protesi endo auricolare.
Avevo già il fidanzato e questo mi dava sicurezza, non avevo nessun motivo di nascondermi.Andando avanti nel tempo l'udito è peggiorato e sono dovuta ricorrere alla protesi retro auricolare. Questa non l'ho mai mostrata volentieri, nelle pubblicità erano abbinate alle persone anziane ed essendo tornata single mi è pesato di più.
Non parliamo della cattiveria di alcune persone che magari dicevano: “Eh, ma la cimice all' orecchio non ti funziona?”
Io faccio molta autoironia, dagli altri però la accetto solo quando c'è molta confidenza o da chi vive un handicap. Poi una decina di anni fa ho sentito parlare di impianto cocleare, andai a Roma ma molto prevenuta riguardo. Su internet avevo trovato solo informazioni negative e non veritiere tipo: “ Ti trapanano il cervello, prendi le scosse, ti esce il magnete. ecc” e quindi sono scappata a gambe levate senza approfondire, anche perché il primario si approcciò dicendomi che potevo guarire, cosa che mi ferì profondamente.
Da un paio di anni casualmente sono entrata nel forum ASI e da li è nata la curiosità, ho avuto modo di fare chiarezza su cosa sia in realtà un IC, grazie alle varie esperienze raccontatemi.
Quindi, finalmente, ho intrapreso questo percorso.
Attualmente convalescente devo ancora essere attivata ma, so già che a volte proverò imbarazzo a mostrare l'impianto mentre altre volte invece ne sarò fiera, penso dipenderà dalle situazioni e dai momenti.
La forza per fare il grande passo me l'ha data involontariamente mia figlia... questo perché?
Ho pensato un domani mia figlia, Dio non lo voglia, dovesse avere bisogno di forza e coraggio per affrontare un qualcosa, visto che la vita è imprevedibile, come lo può fare se io sono il suo specchio? Se vede in me una madre coraggiosa, che affronta le difficoltà senza vergogna ma solo ed esclusivamente per il mio bene, mia figlia recepisce un messaggio di forza e positività, che non può che farle bene nella vita.
Quindi non ci deve essere vergogna nel volersi bene,
non ci deve essere vergogna a volersi migliorare,
siate fieri e gli altri seguiranno il vostro esempio.
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