Vi siete mai chiesti come un dottore con difficoltà uditive possa usare la strumentazione diagnostica che implica l’udito?
No?, nemmeno io… o quanto meno non fino a quando un docente di audioprotesi non si presentò in aula con un caso “difficile”.
Il dott. Bianchi (nome di fantasia) noto medico della scena locale si presenta con ipoacusia tale da impedirgli una comunicazione efficace con i suoi pazienti.
Emerge la necessità dell'utilizzo di apparecchi acustici.
Per il dottor Bianchi andrebbero bene degli apparecchi retroauricolari, cioè posti dietro l’orecchio ma il dottore non ne vuole sapere perché si vergogna.
E’ difficile per uno come lui, che per tutta la vita è stato in perfetta salute e ha risolto i problemi di salute altrui, accettare la presbiacusia.
E’ difficile mettere l’apparecchio visibile per una malattia che per eccellenza è invisibile.
Non c’è modo di farlo convincere.
Il dottore desidera gli apparecchi invisibili, anche se per il suo caso non sono i più indicati.
Con una serie di opportune regolazione vengono risolte quasi tutte quelle situazioni che implicano la comunicazione ma una situazione in particolare rimane scoperta, quella in cui il dottore deve usare lo stetoscopio, cioè auscultare i battiti, uno degli atti medici per eccellenza.
Infatti in quel caso deve togliere gli apparecchi, quindi ritrovarsi a orecchio nudo.
Dopo qualche momento di riflessione la risoluzione non tarda ad arrivare. Uno stetoscopio personalizzato a misura di utilizzatore, cioè andando a ricavare l’impronta del condotto uditivo e realizzando degli auricolari personalizzati occlusivi in modo da sfruttare la risonanza e la naturale amplificazione del condotto uditivo a favore.
Tutto è bene quel che finisce bene!
Facciamo un paio di considerazioni:
- E’ andata bene perché il grado di ipoacusia consentiva una correzione basata sul naturale percorso dei suoni, da fuori orecchio alla coclea.
- E’ andata bene perché il fenomeno sfruttato, l’autofonia, va ad enfatizzare i suoni bassi.
- Se il grado di ipoacusia fosse stato ancora più grave, tale da permetteree soltanto retroauricolari o addirittura un impianto cocleare è chiaro che un accorgimento analogico oppure a bassa tecnologia non sarebbe bastato.
In quel caso verrebbe in aiuto la tecnologia remote microphone, ovvero microfoni a distanza, ma da sola non sarebbe bastata poiché i dispositivi non sono stati progettati espressamente per captare rumori quali battito cardiaco. Ecco quindi la necessità di utilizzare questi strumenti assieme a uno strumento capace di captare l'informazione desiderata.
L’era degli stetoscopi elettronici: TinkLabs One stetoscopio digitale
Sebbene esistano numerose alternative digitali, con svariate forme e caratteristiche, di una in particolare sono rimasto colpito.
Si tratta di Thinklabs One, uno stetoscopio digitale sviluppato dal marchio omonimo, fondato nel 1991 dall’ing. Clive Smith.
Smith vinse insieme al collega di corso Cohen il premio Siemens per la miglior tesi sull’elettrocardiografia multicanale, dopo di che prese la strada della California per il master, dedicandosi ad argomenti quali tenconogie analogiche, circuiti integrati e processamento del suono.
Clive Smith osservò come lo stetoscopio non ricevette notevoli aggiornamenti dalla data della sua creazione da parte di Laennec nel 1816, quindi decise di sviluppare lo stetoscopio fino a quando, nel 2003, rilasciò una primissima versione.
Il video dispone di sottotitoli generati automaticamente.
A differenza di altre stetoscopi, gli sviluppatori del TinkLabs One stetoscopio digitale hanno saputo mantenere la forma e l’eleganza dello strumento analogico, andando a sfruttare il piccolo quadrante come interfaccia utente, se vogliamo come un monitor.
Per chi ha difficoltà uditive, poter visualizzare le informazioni evidentemente aiuta.
Ma TinkLabs One stetoscopio digitale offre di più.
Offre attraverso il jack 3.5 mm connettività ad una vasta gamma di cuffie, altoparlanti o dispositivi individuali di ascolto.
Immaginate ad esempio l’utilizzo in aula da parte di un medico primario che spiega ai propri studenti mentre proietta il suono del battito cardiaco in tutta la stanza.
Certo, l’aspetto più curioso consiste nelle sue applicazioni all’ipoacusia. Infatti il dispositivo è collegabile anche ai sistemi di connettività degli apparecchi acustici e degli impianti cocleari.
In questo senso un’ulteriore agevolazione viene data dalla possibilità di regolare il volume.
In foto vediamo ThinkLabs One collegato a un impianto cocleare attraverso AudioLink, di cui abbiamo parlato in questo articolo.
Le possibilità di utilizzo sono un’altro vantaggio, infatti ThinkLabs One è
- Collegabile a un dispositivo mobile
- Collegabile a un computer
- Lo si può ascoltare in temepo reale mentre viene collegato a uno o entrambi di sopra.
In particolar modo l'ultimo punto apre la possibilità per una vasta gamma di utilizzi. L’utilizzo a distanza, molto attuale in questi giorni essendo un microfono remoto a tutti gli effetti. La memorizzazione del suono. La possibilità di progettare le informazioni su altri dispositivi medici compatibili.
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