La recensione di oggi è piuttosto particolare, andremo a provare una rivoluzione importante per tutti gli utenti portatori di impianto cocleare, detto anche orecchio bionico, che ha restituito l’ascolto a molte persone sorde, e che chiameremo semplicemente ic.
Portatori di ic si diventa dopo un percorso medico che inizia con degli accertamenti clinici sulla propria sordità per valutarne l’idoneità e fattibilità, quindi in caso positivo si procede con l’intervento chirurgico per l’installazione della componente interna (un particolare elettrodo collegato ad un magnete), dopo una breve convalescenza si procede all’attivazione con la prima accensione e programmazione della componente esterna (un apparecchio, detto anche processore, con un cavo ed un magnete per la connessione con la parte interna), infine l’ultima fase, ma non meno importante, la riabilitazione logopedica che ha una durata variabile a seconda del paziente (il cervello impara a discriminare i “nuovi” suoni prodotti dall’ic).
Da circa un anno sono portatore di un ic dell’azienda australiana Cochlear, il Nucleus 7 (l’ultimo modello disponibile nel 2018), che
grazie ad una collaborazione con Apple ha portato la funzionalità di streaming diretto verso i propri dispositivi (iphone, ipod e ipad), rendendo l’ic una specie di auricolare bluetooth a tutti gli effetti.
Questa funzionalità esclusivo appannaggio dei prodotti Apple attraverso il protocollo proprietario MFi (Made for iPhone), ha portato ad una scelta obbligata per l’uso degli smartphone escludendo gli utenti Android.
Il 4 Settembre 2019, il giorno successivo al rilascio ufficiale di Android 10, una nota ufficiale Cochlear annunciava il tanto atteso supporto ai dispositivi Android con i dispositivi della serie Pixel 3 e 3a di Google.
Vedi articolo sul sito Cochlear
Al momento in cui scriviamo i soli dispositivi Android 10 certificati da Cochlear sono i quattro smartphone Google, i Pixel 3, 3 XL, 3a e 3a XL, quest’ultimi due sono stati presentati ad inizio 2019 come alternative più economiche ai due fratelli maggiori Pixel 3 e 3 XL, ma con ottime prestazioni in termine di potenza e qualità.
Vedi le compatibilità sul sito Cochlear
Siamo riusciti ad avere da Google in prova per alcuni giorni lo smartphone Pixel 3a XL con Android 10 già installato. Si tratta di uno smartphone con le seguenti caratteristiche :
Display OLED FHD+ 402 ppi formato 8:9 a schermo intero da 6,0" (152,4 mm)
Batteria da 3700 mAh con supporto ricarica rapida
4 GB di RAM
Spazio di archiviazione di 64 GB e spazio di archiviazione illimitato per foto e video in alta qualità con Google Foto
Non ha slot per SD Card
Processore Qualcomm® Snapdragon™ 670 octa-core
Fotocamera posteriore a doppio pixel da 12,2 MP Apertura ƒ/1.8 con messa a fuoco automatica + tecnologia Dual Pixel a rilevamento di fase, stabilizzazione ottica ed elettronica delle immagini
Fotocamera anteriore da 8 MP Apertura ƒ/2.0, messa a fuoco fissa
Altoparlanti stereo
Audio USB-C™
Jack audio da 3,5 mm
Efettuato l’unboxing e la configurazione con il nostro account Google, installiamo dal Google Play Store l’app Nucleus Smart di Cochlear.
Scarica l'app.
Avviata l’app, dobbiamo effettuare l’accesso con il nostro account Cochlear o crearne uno nuovo se non lo avete, quindi verrà mostrata una schermata per iniziare la procedura di associazione bluetooth tra lo smartphone e l l’ic.
In questa fase vediamo una prima differenza con i dispositivi Apple, l’associazione e tutta la configurazione avvengono attraverso l’app Nucleus Smart che guida l’utente in tutti i passaggi da effettuare, tra i quali ad esempio la disattivazione dalla configurazione audio dei “suoni alla pressione”, sarebbe molto fastidioso ricevere in streaming i suoni ad ogni pressione del touch, sui dispositivi Apple la procedura di associazione va invece eseguita direttamente dalle impostazioni di ios.
Completata la procedura di associazione e configurazione possiamo vedere nelle impostazioni di Android il nuovo dispositivo bluetooth classificato come apparecchio acustico, mentre nell’app Nucleus Smart abbiamo a disposizione il menù per la gestione completa dell’ic, regolare il volume, gestire le sue mappature, gestire le sorgenti audio, visualizzare le statistiche e gli stati dell’ic.
Il primo test effettuato è stato l’ascolto di un video tramite l’app Youtube, primo momento di panico, lo streaming si attiva correttamente ma non sentivo niente, poi mi accorgo che il volume dell’audio sullo smartphone era semplicemente al minimo, aumento il volume al massimo ed ecco che finalmente mi arriva correttamente l’audio nell’ic, l’ascolto e il volume ora risulta fluido e senza intoppi, primo esame decisamente superato !
Per il secondo test, decido di testare l’app Facebook, scorrendo i vari post e quando ci si imbatte nei video contestualmente all’avvio della loro riproduzione si attiva anche lo streaming verso l’ic, anche il secondo esame è quindi superato.
Il terzo e ultimo test è senz’altro quello più importante, l’ascolto delle chiamate telefoniche, sia quelle tradizionali attraverso l’app telefono che quelle attraverso le app di messaggistica come whatsapp o telegram, anche in questo caso l’attivazione dello streaming è veloce ed efficace, l’ascolto risulta anche qui fluido e corretto.
Concludiamo con la speranza che al supporto di questi primi dispositivi targati Google seguano al più presto altre proposte da parte dei principali produttori di smartphone e in particolare di prodotti dal costo accessibile a tutti perché mai come in questo caso la tecnologia deve essere inclusiva.
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