Per questo articolo mi sono avvalso della inestimabile collaborazione del Dott. Marco Chiantera Area Sales Manager di Oticon Medical Italia
Premessa
definizione di Bimodale :ascolto con due canali ma di diversa stimolazione (acustica+elettrica)
definizione di Binaurale: ascolto con due canali aventi identica stimolazione
Il panorama del protocollo bimodale si è arricchito ultimamente grazie alle nuove tecnologie derivanti dal mercato audioprotesico e dalla collaborazione, chi in partnership e chi in proprio, tra le case produttrici di impianti cocleari e quelle delle protesi acustiche.
Cosa vuol dire bimodale?
Un paziente portatore di impianto cocleare che contro-lateralmente ha ancora dei residui uditivi, sfruttando una protesi acustica tradizionale diventa un paziente con stimolazione bimodale. Bimodale appunto perché unirà due tipi di stimolazioni diverse tra loro, una acustica ed una elettrica ma che nella loro unione danno un enorme vantaggio audiologico in termini di performance e discriminazione negli ambienti difficili di ascolto. Fino a qualche tempo fa si sottovalutava questo vantaggio e si consigliava al paziente impiantato o di non portare più la protesi o comunque di regolarla in modo che fosse solo un accompagnamento acustico all’impianto senza preoccuparsi di quello che effettivamente la protesi poteva realmente dare come vantaggio acustico se ben regolata e bilanciata con l’impianto.
Oggi invece i sistemi cocleari che hanno la stessa piattaforma tecnologica di quella delle protesi acustiche riescono a lavorare in una dinamica in ingresso completamente allineati tra loro e questo è un enorme vantaggio per il paziente. Chiariamo però un concetto: La Protesi acustica amplifica in maniera naturale per via aerea e quindi il suono entra e viene elaborato dai microfoni, il processore acustico lo elaborerà a sua volta e infine verrà inviato nell'orecchio del paziente per via aerea e quindi si rimane nel dominio acustico; l'impianto cocleare invece ha un processore acustico che elabora il segnale che a sua volta trasformerà in energia elettrica andando a stimolare elettricamente il nervo acustico entrando quinti nel dominio elettrico: questo vuol dire che 2 sistemi sono uguali in ingresso ma in uscita sono completamente diversi tra loro. Avere a disposizione una piattaforma tecnologica dove i microfoni lavorano alla stessa maniera ed i tempi di elaborazione e la compressione in ingresso sono uguali tra loro fa si che il segnale in ingresso sia completamente allineato dando al paziente una sensazione migliore di ascolto nel rumore e nelle situazioni difficili.
In via definitiva si può affermare che quando impianto cocleare e protesi acustica in ingresso hanno:
- la stessa modalità microfonica
- la stessa direzionalità
- gli stessi tempi di elaborazione
a livello centrale si ha un ascolto più allineato
Quando bimodale e quando binaurale?
La scelta tra bimodale o binaurale e dovuta alla presenza o no di buoni residui uditivi nell'orecchio. Le attuali indicazioni all'impianto cocleare ci dicono che se un paziente non raggiunge almeno il 40% di discriminazione vocale o con l'orecchio naturale o con la protesi è un buon candidato all'impianto. I migliori risultati per l'adattamento bimodale si hanno con un orecchio che abbia dei residui uditivi intorno ai 60-70 decibel di perdita oltre al quale il paziente diventa un candidato ad una chirurgia binaurale di impianto cocleare.
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