La musica e le emozioni
Come il linguaggio, la musica è uno dei fondamenti di ogni civiltà. Jaak Panksepp, neuropsicologo studioso dei meccanismi neurali dell'emozione(neuroscienze affettive) affermò “la musica deriva dalle grida emesse dai primi ominidi quando qualcuno si allontanava dal gruppo”. Nel mondo degli animali queste grida erano usate come una sorta di contatto tra madre e figlio e all’interno del gruppo sociale. Possiamo dunque affermare che non c’è stata civiltà umana che prima o poi non abbia sviluppato un proprio sistema musicale. La trasformazione dei canti di richiamo in linguaggio musicale, avvenne con la costruzione dei primi strumenti musicali(percussioni, flauti in osso) più di 50.000- 60.000 anni fa.
La musica eccita il cervello, coinvolgendo più aree; soprattutto quelle legate alle emozioni, alle capacità motorie e ai neuroni specchio. L'emozione non è sempre la stessa. E può dipendere dal tempo musicale. Quando i tempi sono inferiori ai 60 battiti al minuto, la musica infonde tranquillità. Se scende a 30 o 40 può suscitare sentimenti malinconici. L'ideale è un tempo compreso fra i 60 e gli 80 battiti al secondo, che imita l'andamento medio del battito cardiaco; e ci riporta all'ascolto inconsapevole del cuore materno.
Musica e riabilitazione: la Musicoterapia
Come ben saprete, le persone nate sorde o diventate tali nei primi anni di vita hanno difficoltà nell’apprendimento della lingua parlata, che non acquisiscono in maniera “naturale”, ma deve invece essergli insegnata attivamente. Non mi riferisco solo alla produzione verbale in sé, ma anche e soprattutto alla modulazione della voce, al ritmo delle parole e alla fluidità linguistica.
Dopo la protesizzazione o l’intervento di Impianto Cocleare, solitamente si fa ricorso alla logopedia, ma avete mai sentito parlare di musicoterapia?
"La musicoterapia è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell'individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l'integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico." (cit. wikipedia)
In parole povere, la musicoterapia interviene a livello educativo, riabilitativo o terapeutico, in una varietà di condizioni patologiche e parafisiologiche e appartiene alla classe delle medicine complementari ed integrative.
Come può la musica fare ciò? E’ ben risaputo che l'ascolto e l'esecuzione di suoni e melodie possano agire sugli stati d'animo e sulle emozioni, in virtù delle loro proprietà rilassanti o stimolanti. Partendo da ciò, si è cercato di approfondire le potenzialità curative dell'ascolto o della produzione di melodie, avvalendosi di mezzi sempre più raffinati (neuroscienze).
Nel tempo, sono stati studiati e confermati gli effetti benefici della musica, sia sulle funzioni cognitive che su quelle fisiologiche dell'uomo. Oggi è noto che sono diversi i campi nei quali la musicoterapia può essere applicata: nei casi di schizofrenia, ansia, ritardo mentale, autismo, riabilitazione cognitiva dopo un ictus, disturbi dell’umore, depressione, morbo di Parkinson.. solo per citarne alcuni. (fonte: clicca qui)
I principi base della pratica musicoterapeutica sono:
1.il paziente è parte attiva della terapia;
2.la centralità del rapporto di fiducia e l'accettazione incondizionata rispetto al paziente; 3.l'adattamento e la personalizzazione della tecnica volta per volta;
4.scambio reciproco di proposte tra paziente e musicoterapeuta;
5.stabilimento di un legame tra il musicoterapeuta e il paziente grazie al suono.
(cit. Wikipedia)
Il musicoterapeuta può essere visto come un mezzo attraverso il quale un paziente si apre e "libera" le proprie emozioni.
Non solo, la musicoterapia può aiutare tantissimo anche le persone sorde!
Infatti, diversi studi hanno dimostrato come, partendo dalle vibrazioni che il suono produce nel nostro corpo, questa disciplina può essere affiancata alla classica terapia logopedica per avvicinare il soggetto sordo alle emozioni che il mondo sonoro gli offre e affascinarlo con novità sonoro- percettive. Il suono, inteso come vibrazione, entra in “risonanza” con la musicalità del paziente e ottiene risposte da lui attraverso continue “provocazioni” sonore.
Nell’ambito del progetto musicoterapico, il paziente impara a cogliere la differenza tra la presenza o l’assenza del suono, a riconoscere le fonti sonore, il significato dei suoni e dei rumori, a modulare la propria voce attraverso il canto, a trovare la giusta intonazione, ritmo, musicalità. Nella terapia sonora si segue una progressione di obiettivi che vanno dalla detenzione del suono alla discriminazione dei parametri sonori quali l’altezza, la durata, il timbro e l’intensità; si prosegue con l’ identificazione della sorgente sonora e con il riconoscimento dei timbri.
Molta importanza assumono vocalizzi, canzoni e filastrocche, al fine di sviluppare correttamente tutti i parametri della voce e, quindi, far acquisire al soggetto sordo una buona impostazione vocale.
Quest’ultimo, in tal modo impara ad aver fiducia nelle proprie possibilità espressive e percettive. (fonte: clicca qui)
Di conseguenza, l’uso della musica ben strutturata rende possibile il recupero di una serie di abilità nelle persone sorde, tra cui:
- lo sviluppo delle capacità uditive e del linguaggio orale
- l’utilizzo di un linguaggio più fluido
- lo sviluppo dei residui uditivi, stimolando il cervello con appositi suoni presentati secondo un preciso allenamento acustico
- il miglioramento dell’organizzazione del discorso, dell’uso delle strutture sintattiche, nonché della qualità della voce.
Ciò è possibile perché l’allenamento sonoro ed acustico, che si basa sulla voce cantata, a differenza dell’allenamento strettamente linguistico, utilizza una gamma di suoni maggiormente ampia rispetto a quella utilizzata nel parlato e più facilmente memorizzabile dal cervello.
Un ulteriore aiuto che può dare la musicoterapia alla persona sorda è una migliore discriminazione dei suoni, una migliore percezione dell’ambiente che ci circonda ed aumenta la soglia dell’attenzione nei rapporti di relazione con gli altri.
(fonte: clicca qui )
Inoltre, e questo lo aggiungo io, interrogarsi sul significato delle canzoni può aiutare molto le persone sorde a comprendere prima e formulare poi il pensiero astratto, dato che molte canzoni non sono mai immediate, ma va capito di cosa parlano.
E’ stata anche effettuata una sperimentazione sull’utilizzo della musica classica, in particolare quella di Mozart, nella riabilitazione dopo un intervento di Impianto Cocleare. Vi allego il link: clicca qui
A tu per tu con la musicoterapia: La mia esperienza
Da piccola non ho seguito un vero e proprio corso di musicoterapia, ma un metodo riabilitativo logopedico basato sulle strutture musicali e linguistiche. Tale metodo prende spunto proprio dalla musicoterapia stretta e permette di raggiungere grandissimi risultati, anche in casi di sordità molto gravi. Io ne sono la testimonianza diretta: ho una sordità di 108db, con residui “buoni” fino a 1500 Hz, ma nonostante ciò sono riuscita a sviluppare un linguaggio armonico, fluido, ben strutturato e con la giusta modulazione della voce. Oltre ad aver sviluppato un buon ascolto, cosa quasi impensabile con una sordità come la mia. Infatti i medici tradizionali avevano detto ai miei anni fa che non sarei mai riuscita a parlare..
Tre anni fa ho deciso di iniziare una scuola di canto, realizzando il mio più grande sogno e ciò non sarebbe stato possibile se non avessi seguito quel metodo riabilitativo. Cantare mi regala tante emozioni e mi permette di entrare in contatto con la mia anima. Mi ha anche aiutato a superare una grave crisi che mi ha colpito un paio di anni fa, tirando fuori di me una nuova autostima e forza che non credevo di avere. Per questo non smetterò mai di ringraziare la musica!
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